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Beat Kuert

Mostra personale di Beat Kuert presso la ex chiesa di San Francesco a Como

La sera dell’inaugurazione – 13 aprile, ore 18.30 – si terrà l’esecuzione della performance al flauto traverso di Sylvia Catasta e Fabrizio Campanelli all’elettronica

A cura di Angelo Lorenzo Crespi, con il Patrocinio e la collaborazione dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Como e sostenuto dalla galleria MAG di Salvatore Marsiglione

Ingresso libero tutti i giorni 10-13 e 14-18

A Como, dal 13 al 28 aprile 2019, la Fondazione Maimeri e la galleria MAG presentano, presso lo Spazio Ratti (Largo Spallino 1), la personale di Beat Kuert, dal titolo Per crucem ad lucem, a cura di Angelo Lorenzo Crespi, in collaborazione con Silvia Basta e Francesca Martire.

Testo critico di Angelo Lorenzo Crespi:

Dalla modernità in poi, sempre più spesso la Chiesa Cattolica ha rinunciato a rappresentare sé stessa attraverso la bellezza delle immagini, di fatto ha smesso di essere un committente di arte e quando lo è stata si è adeguata alla contemporaneità e alle sue brutture, oscillando tra una sorta di iconoclastia in virtù della quale l’unico stile ammesso è l’astrattismo e il desiderio di essere up to date in linea le dissacrazioni del concettuale. 

L’arte sacra che è stata il centro dell’arte occidentale per due millenni, è invece oggi un genere marginale e frequentato con sussiego dai curator e dagli addetti ai lavori. Eppure, molti artisti contemporanei avrebbero ancora la forza e il desiderio di confrontarsi con la trascendenza che promana dalla religione, potrebbero ancora cercare di rappresentare il divino, rinnovando una tradizione plurisecolare.

Beat Kuert, di formazione protestante, poi agnostico, ma sempre interessato ai temi della religiosità e del sincretismo religioso, autore certo anticonformista, è considerato uno degli esploratori più audaci della sua generazione. Prima regista di successo, in seguito performer e fotografo, lavora con vari media e la sua opera rappresenta il meglio di quella dimensione estetica che si pone nel solco dell’espressionismo di matrice nordica.

L’installazione che presenta nella chiesa di San Francesco è una commovente via crucis contemporanea, densa di rimandi e di forte impatto emotivo, che attualizza il messaggio cristiano contenuto in questo rito della chiesa Cattolica, con cui si ricostruisce e si commemora il percorso doloroso di Gesù nella sua salita al Golgota, prima della crocifissione. 

Un rito che viene celebrato nelle settimane di quaresima antecedenti alla Pasqua e che ha il suo culmine il venerdì Santo. Un rito antico che fonda le proprie radici nella religiosità popolare, essendo di essa forse la rappresentazione più commovente. Un rito che viene fondato nel Medioevo in ambito francescano e che trova anche nominalmente proprio nella ex chiesa di San Francesco a Como una collocazione temporanea di altissimo valore simbolico e spirituale.

Note Biografiche di Beat Kuert

Beat Kuert è nato a Zurigo (Svizzera) nel 1946, oggi vive e lavora ad Arzo (Ticino).

Girò i suoi primi film sperimentali quando ancora frequentava la scuola e imparò successivamente l’arte della produzione cinematografica mentre lavorava per la Turnus Film.

Dopo una prolungata permanenza in America Latina, lavora per il dipartimento culturale della televisione svizzera e acquisisce esperienza in teatro.

Realizza finalmente il suo primo lungometraggio nel 1974 e ottiene molto successo nel campo dei film sperimentali per poi dedicarsi all’espressione delle sue riflessioni sull’esistenza e la vita attraverso la forma della videoarte. Nel 2000 comincia a provare i mezzi che la fotografia offre per esternare i suoi punti di vista.

Egli crede che “la fotografia è movimento del più alto livello”. 

Nella fotografia di figure umane piene di desiderio e di paura, possiamo sentire l’energia e il senso di movimento che ogni scatto ci dà. L’impatto visivo e la complessità emozionale portano lo spettatore da una confusione iniziale a una sensazione mista tra speranza e disperazione.

A partire dal 1996, gira diversi documentari, molti dei quali su famosi architetti come Jean Nouvel, Herzog & deMeuron, Mario Botta, Max Dudler e Luigi Snozzi. Insegna comunicazione visiva all’università professionale di Lugano (SUPSI) e alla scuola di cinematografia Zelig di Bolzano. 

Beat Kuert fonda il collettivo d’arte dust&scratches per realizzare performance, video arte e musica assieme ai suoi lavori fotografici.

Ha esposto in molte sedi internazionali e vinto numerosi riconoscimenti.

Dal 2008 Beat Kuert ha portato a termine vari progetti in Cina. È anche consulente di ‘Yuanfen-Flow’ a Pechino, una sfida con l’obiettivo di promuovere lo scambio di idee tra la Cina e il resto del mondo.

“L’arte e la mia religione –  ma a volte perdo la fede. L’I Ching – Il libro dei mutamenti, mi aiuta a sopravvivere quando sono perso nel tumulto del mio lavoro. Mi permette di interrogare la mia fede senza perdere il mio credo. Apprezzo il fatto di non appartenere alla mia cultura perché, per fare arte, un individuo, ha bisogno di mettere in discussione i confini della sua terra.”

Beat è, egli stesso, abbastanza reticente nell’offrire troppo in termini di orientamento su cosa lo spettatore debba pensare. Intenzionalmente non fornisce lunghe spiegazioni riguardo a cosa ha ispirato il suo lavoro. Non ne ha bisogno. Ogni opera non solo parla di sé stessa, parla personalmente ad ogni spettatore. Pensate qualunque cosa volete – e qualunque cosa l’opera di Beat vi farà pensare. Ma quando sarete in grado di mettere voi stessi da parte, troverete che l’opera ha evocato dentro di voi una miriade di risposte emozionali che staranno con voi molto lungo.

Le immagini di Beat Kuert sono dei fermo immagine di filmati o immagini provenienti dalla sua videocamera, portatile, smartphone o fotocamera digitale. Dopo essere state ri-processate dall’artista, queste immagini grezze emanano un effetto ambiguo e distorto. I colori primari rosso, giallo e bianco uniti al conflitto tra bianco e nero in aggiunta alla contorsione dei corpi umani danno all’immagine una pericolosa tensione.

La contorsione e la sovrapposizione dei corpi esprime la salacità della morte e l’arrivo della speranza dopo aver distrutto tutto. In questo incredibile processo di trasformazione, Beat Kuert unisce la vita con la morte, oltre all’inevitabilità del desiderio, vanità ed esistenza.

Kuert continua negli anni ‘10 con importanti installazioni come Personal Structures / Crossing Borders, un evento collaterale alla Biennale d’arte di Venezia, nelle quali, oltre ad analizzare temi abbondantemente esplorati nelle decadi precedenti, egli si approccia a nuovi nuclei tematici come ad esempio quelli dell’allucinazione e del desiderio. Nel 2015 espone con FaultLine / TimeLine presso palazzo Bembo e, nel 2017, nello stesso spazio espositivo, Good Morning Darkness. A Novembre dello stesso anno è protagonista dell’evento “Processualità ideative e attuative di un libro d’artista” tenutosi a Milano, nella biblioteca Braidense durante il quale ha presentato il libro creato da Eyemazing Susan “Beat Me”, A Pictorial Requiem. 

Mostre Selezionate

  • 3-4/2007; Donna Carnivora; performance e musica, installazioni video e fotografie; Scoletta dei Tiraoro e Battioro, Venezia.
  • 11/2008; Destroyed Lines; performance, installazioni video, fotografie, e sculture; Yuanfen New Media Art Space, Beijing.
  • 6/1-28/2/2010, Room Without a View; mostra, performance, installazioni video, fotografie e sculture; New B Gallery, Shanghai.
  • 7/2010; KAN-Longing for Rain; mostra personale e live performance; Inter Art Gallery, Beijing.
  • 9/2010; Pingyao Photo Festival; Pingyao, rappresentato da Inter Art Center, Beijing.
  • 7-8/2012, Wunderkammer; mostra personale; M&C Saatchi, Shanghai.
  • 30/11-4/12/2013; Et Sic in Infinitum; progetto personale per la 9° Biennale di Firenze; installazioni e performance; Biennale di Firenze, Firenze.
  • 9/5/2015 – 22/11/2015; FaultLine/TimeLine; Biennale di Venezia 2015 contributo all’evento collaterale Personal Structures, a Palazzo Bembo.
  • 13/05/2017 – 26/11/2017; Good Morning Darkness, Palazzo Bembo, contributo all’evento collaterale della LVII Biennale d’arte di Venezia.
  • 9-12/3/2018 – MIA Photo Fair / THE MALL, Milano.
  • giugno 2018 – Furor Corporis – MAC, Milano.

Selected filmography

Director

  • Lulla (1966), corto
  • Eine Welt wie Barbara (1967), corto
  • Ein Erfolg unserer Entwicklungshilfe (1971), documentario
  • Mulungu (1974), Lungometraggio
  • Schilten (verschiedene internationale Auszeichnungen) (1979), basato su Schilten di Hermann Burger
  • Die Zeit ist böse (1982)
  • Pi-errotische Beziehungen (1982)
  • Martha Dubronski, (1984) 
  • Deshima, con sceneggiatura di Adolf Muschg (1986)
  • L´Assassina (1989), con partecipazione di Maria Sofia Ricci e Margaret Mazzantini
  • Der Grossinquisitor, basato sulla leggenda del libro I Fratelli Karamazov di Fyodor Dostoevsky (1991)
  • Hanna & Rocky (1993), prodotto e con Gardi Hutter
  • Am Ende der Zeit (1998)
  • Jean Nouvel, Ästhetik des Wunderbaren, ritratto dell’architetto Jean Nouvel (1998)
  • Tate Modern, Portrait of the Restored London Art Gallery (2000)
  • Herzog & de Meuron (2002)
  • Architectour de Suisse-Ritratti di architetti svizzeri (Herzog & de Meuron, Mario Campi, Luigi Snozzi, Ivano Gianola, Moro & Moro, Mario Botta) (2002)
  • ICHLIEBEMICH (2003), ritratto dell’artista Alex Sadkowsky
  • La Nuova Scala (2005)
  • Berg&Geist (2004–2014)

Milano, aprile 2019

BEAT KUERT. Per crucem ad lucem

Spazio Ratti – Ex chiesa San Francesco (Largo Spallino 1, Como)

13 – 28 aprile 2019

Orari: 10-13 e 14-18

Ingresso libero

Informazioni: tel. 347 7162530

in collaborazione con: 

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Beat Kuert – Per crucem ad lucem

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